«C’è bisogno di un progetto e di un sindaco che sia politico».Il successo alle provinciali è ancora nell’aria. La Democrazia cristiana fa i conti con un elettorato cresciuto, «costante in tutti e 36 i collegi», e con il ruolo di primo dei partiti a non ottenere un consigliere a palazzo Sant’Agostino. A parlare è il vice segretario provinciale Francesco Gaudieri, che, partendo dal risultato alle elezioni di giugno, ribadisce i programmi della Dc per quanto concerne i prossimi appuntamenti elettorali. Si parte da un assunto: «A settembre inibiremo agli altri partiti di centro di usare lo scudo crociato». Sentenza vinta. Simbolo, nomi e beni (materiali e non) che tornano ai discendenti della Balena bianca che ora, ad Eboli, come altrove, si preparano a consolidare il partito.Su che base?
«Sulla base di un ottimo risultato raggiunto alle provinciali. Siamo il primo partito, sia per quanto riguarda il centro destra che per il centro sinistra, a non avere rappresentanti in seno al consiglio provinciale. E c’è da dire che nei 36 collegi siamo stati capaci di presentare candidati di alto spessore».Dodicimila voti sono una buona base per ripartire.«Senza contare i consiglieri comunali e assessori espressi in giro per la provincia in città come Amalfi o Sarno».
La Dc esiste anche ad Eboli?
«Sicuro, e stiamo costruendo il partito in funzione delle prossime elezioni comunali. Abbiamo già iniziato le riunioni politiche per le adesioni».
La cosa si fa interessante. Con chi si schiererà la Dc ad Eboli?
«Siamo un partito di centro e, soprattutto, che guarda ai programmi, ai progetti e alla loro fattibilità e credo che sia più importante che avviare un toto sindaco come molti stanno facendo in questo periodo».
Un giudizio sull’operato del sindaco Melchionda.
«Non entriamo nel merito della gestione operata da Martino Melchionda, persona valida. Una cosa, però, possiamo dirla, e cioè che a questa amministrazione è mancata una visione globale della città.
Si è cercati di agire, ma considerandola a pezzi».Cosa intende per visione globale?
«Guardare la città nel suo complesso, parlare con le parti e, soprattutto, capire cosa si vuol fare di Eboli, qual è la sua vocazione: agricola o turistica? Sicuramente non è industriale. Abbiamo le uniche terre coltivabili della regione Campania, abbiamo santuari e bellezze storiche».
Quindi agricoltura e turismo da potenziare.
«Ci servono industrie di lavorazione e trasformazione dei prodotti agricoli. Poi, diciamoci la verità, la nostra città è distante dal mare e non ne sente l’influenza. Per questo se si vuol parlare (e non a vanvera) di turismo sulla fascia, allora dovremmo non pensare ai lidi e agli stabilimenti, ma preservare la costa dall’erosione, cosa che non ho sentito dire da nessuno neanche nell’ultima campagna elettorale. Pensiamo, invece, a potenziare il turismo religioso, a valorizzare il museo Archeologico di Eboli. Questo è ciò che la Dc propone per la città e alle forze politiche».
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